RASSEGNA STAMPA

LA STAMPA - G8, condannati i vertici della polizia

Genova, 19 maggio 2010

TRA LE SANZIONI PER LE VIOLENZE DEL 2001 ANCHE L'INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI
G8, condannati i vertici della polizia
Pene dai 3 ai 5 anni, ribaltata in appello la sentenza per la Diaz

PIERACCI ALESSANDRA
Un secolo di carcere per 25 imputati: e' stata cosi' completamente ribaltata in appello, dopo tredici ore di camera di consiglio, la sentenza assolutoria per la sanguinosa irruzione alla scuola Diaz nei giorni del G8 del 2001 che era stata accolta al grido di <<Vergogna>>. Tutti condannati i vertici della polizia, secondo la tesi di una <<catena di comando>> sostenuta fin dall'inizio dai pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini e ribadita nella requisitoria dal sostituto procuratore generale Pio Macchiavello. Francesco Gratteri, attuale capo dell'Antiterrorismo, Giovanni Luperi, oggi responsabile dell'Aisi (l'Agenzia informazioni e sicurezza interna), l'ex Sisde, sono stati condannati a 4 anni; Gilberto Caldarozzi, che fu tra gli investigatori che catturarono Bernardo Provenzano e che oggi dirige il Servizio centrale operativo, a 3 anni e otto mesi; cinque anni per Vincenzo Canterini, ex comandante della celere romana poi passato all'estero per indagini sul traffico di organi. Per tutti, la corte ha disposto l'interdizione quinquennale dai pubblici uffici. Alle 23, in aula, attendevano la sentenza anche tutti i pm che hanno partecipato alle varie inchieste sui fatti del G8, il procuratore generale Luciano Di Noto, oltre a molti dei no global feriti durante l'irruzione. Un silenzio concentrato ha sottolineato la lettura del dispositivo da parte del presidente della terza sezione della Corte d'Appello, Salvatore Sinagra (giudici a latere Federico Mazza Galanti e Giuseppe Liomeda). <<Avevo detto all'inizio che era difficile processare la polizia per il clima di omerta': lo confermo - il commento del pm Enrico Zucca - Nessuno potra' mai capire quale siano stati il coraggio e la forza di questi giudici. Ma questo e' l'unico modo per far si' che fatti del genere non si ripetano mai piu'>>.
<<Non si possono dimenticare le terribili ferite inferte a persone inermi. La premeditazione, i volti coperti. La falsificazione del verbale di arresto dei 93 no-global. Le bugie circa la presunta resistenza dei no-global. La sistematica ed indiscriminata aggressione. L'attribuzione a tutti gli arrestati di due molotov che erano state portate nella scuola dagli stessi poliziotti>> aveva detto nella sua durissima requisitoria Pio Macchiavello, che si e'
alternato a Ezio Castaldi. Le richieste sono state praticamente quasi tutte accolte, senza alcuna attenuante generica. I reati sono per la maggior parte caduti in prescrizione, tranne il falso ideologico, ovvero la falsificazione dei verbali per sostenere gli arresti illegali e giustificare le feroci manganellate da <<macelleria messicana>> come reazione a una inesistente aggressione e resistenza. Rimaste anche le lesioni gravi. Esce completamente dalla vicenda, appunto per la prescrizione, proprio Michelangelo Fournier, il funzionario che per primo aveva ammesso la mattanza <<da macelleria messicana>>. Assolto invece Michele Burgio, non sarebbe stato lui a introdurre le Molotov nella scuola usata come dormitorio. Condannati a 3 anni e otto mesi Massimo Nucera e Maurizio Panzeri (erano stati assolti), per essersi inventati una coltellata, condannato a 3 anni e 9 mesi (3 anni in primo grado) per l'introduzione delle Molotov Pietro Troiani. Per il blitz<<sbagliato>> alla scuola Pascoli, dove si trovava il centro media del Social Forum, condannato a 3 anni Salvatore Gava. Per i falsi verbali, condannati a 3 anni e 8 mesi, con Caldarozzi, Filippo Ferri, Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi (assolti in primo grado). Condannati a 4 anni per lesioni aggravate in concorso i <<picchiatori>> riconosciuti, ovvero Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledori, Pietro Stranieri, Vincenzo Compagnone (3 anni). Giuliano Giuliani, padre di Carlo, morto negli scontri per un colpo di pistola sparato da un carabiniere, presente con la moglie Haidi in aula, ha commentato: <<C'e' un giudice a Genova, non solo a Berlino>>.